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1050. Francesco Sforza a Pietro Visconti 1452 ottobre 17 "apud Lenum".

Francesco Sforza scrive a Pietro Visconti circa le spese sostenute da lui e dal cancelliere per la permanenza lì da quasi tre mesi. Ora, in seguito al ritorno di Alessandro, intende richiamarli e sollevarli da tale onere, assicurandolo che farà rifondere le spese sostenute. Il suo ritorno a Milano, gli darà la possibilità di attendere all'attività del Consiglio segreto, dove le cose vanno lentamente anche per la scarsa presenza dei consiglieri. Per quel che riguarda l'abbazia di Arona, per la quale ha fatto istanza Filippo, lo assicura che avranno sempre il supporto ducale. Concorda con lui su quanto detto circa il rivellino e la Porta Pavese di Lodi e in tal senso ha scritto a Bianca Maria e ad Angelo Simonetta. Gli conferma che Visano è sua per cui può mandare a reggerla un suo uomo fidato cui non farà mancare ogni favore ducale espediente.

Domino Petro Vicecomiti.
Per più vostre lettere havimo inteso dele spexe haviti supportate per el vostro essere lì già quasi tre mesi, et il simile havimo inteso per Damiaro, vostro cancellero, il quale più ampIamente ne ha referito per parte vostra et questo et altro. Al che, respondendo, dicimo che in li casi che sonno occorsi ad nuy è stato necessario de adiutarsi de amici et parenti et de quelli in li quali havimo più confidentia, como siti voy. Et già sonno più dì che, per menore vostra spexa, intendevamo revocarvi de lì, ma sopravene la cavalcata de Alexandro, nostro fratello, et non n'è parse lassare la cità senza voy o luy, ma mò che esso Alexandro è ritornato là, siamo contenti che vuy andati a repatriare et ve reducate al Consilio, dove havimo bisogno de vuy. Et dele spexe haviti supportate lì a Lodi ve restorarimo in modo che ve potriti merito contentare, commendandove singularissimamente dela vigilantia et solicitudine haviti usata in le cose nostre, le quale sonno pur vostre. Et perchè le cose del Consilio là a Mlano pasano molto fredamente et lentamente, et questo è perchè quelli del Consilio gli vano poco et mancho gli persenciano, vi confortiamo et caricamo ad aguzarli et instarli che gli usano più perseverantia.
[ 254v] Ala parte del'abbacia da Arona, vero è ch'el conte Filippo ne ha facto fare instantia per quella, ma nostra intentione è che le vostre ragione ve siano servate et sempre vi gli darimo tucto quello favore honesto che potrimo.
Ala parte dela provixione da fir facta al revelino et anche a porta Pavexe de quella nostra cità, ne piace el ricordo vostro et comendiavene, et cussì havimo ordinato per nostre lettere cum madona Biancha et Angelo Symonetta che gli provedano.
Ala parte de Vixano, nuy siamo molto contenti ch'el sia vostro et cussì gli poriti mandare uno deli vostri per lo governo del loco et nuy gli farimo fare ogni favore expediente, ma guardate ad mandarli persona fidata, discreta et ben suficiente. Data in castris apud Lenum, die xviii octobris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.
A margine: Pro domino Petro Vicecomite qui possit se absentare.
A margine: Pro abbatia Arone.
A margine: Pro provixione fienda Revelino et Porte Papiensi Laude.
A margine: Ut mittat Vixanum nonnullos qui ipsum habeant custodire.