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1051. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza (1452 ottobre 18 "apud Lenum").

Francesco Sforza comunica al fratello Alessandro d'aver consentito a Pietro Visconti di far ritorno a Milano in modo che possa portarsi al Consiglio segreto. Ha scritto a Milano che, in considerazione dell'importanza del rivellino in capo al ponte, siano mandati dodici uomini di fiducia come pure è opportuno che sempre a Milano, a Porta Pavese, vi siano quattro uomini sicuri, sistemati nella torre con il conestabile; per tutto ciò si accordi con Angelo Simonetta.

Domino Alexandro Sfortie.
Misser Petro Vesconte per più sue lettere ha monstrato gravarse cum nuy dele spexe fa per lo suo star lì, et cussì ne ha mandato a farne mentione per lo suo cancellero. ll perchè, considerato che siando tu lì, el suo andare a Milano ad repatriare non possa preiudicare ale cose nostre, gli havimo scripto che siamo contenti ch'el vada al Consilio et lì se ne stia a casa sua; sichè lasaralo andare, acarezandolo sempre cum commendarlo del suo bono deportamento. Ceterum, havimo scripto a Milano, considerata l'importancia de quello revelino in capo al ponte, che gli siano mandati dodeci homini ben fidati per guardia, sichè, siando mandati, meteragli con quello bono ordene te parirà.
Ulterius ne pare anchora per ricordo de molti, che a Porta Pavexe de quella nostra cità stariano bene quatro homini fidati qualli stesseno in quella torre con el conestabile, et cussì volimo che tu te intendi cum Angelo Symonetta et facy ch'el te li mandi da Milano. Data ut supra.
Idem.
Cichus.
A margine: Ut ire permittat dominum Antonium (recte, Petrum) Vicecomitem dummodo non preiudicet rebus domini.
A margine: Quod scripsit Mediolanum pro hominibus duodecim apponendis in revelino in fine pontis.
A margine: Pro iiii hominibus ponendis ad portam Papiensem.