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1059. Francesco Sforza ad Andrea Dandolo (1452 ottobre 21 "apud Calvisanum").

Francesco Sforza contesta ad Andrea Dandolo, provveditore di Crema, che possa rilasciare Domenico da Casentina, venuto da Romanengo, territorio veneziano, a Fiesso, terra sforzesca, ove ha beni con un salvacondotto rilasciato dal provveditore. Tale pretesa è assurda, pari a quella di chi pensi di poter liberamente andare da Venezia o da Brescia a Castelleone o nel Lodigiano solo per avere un salvacondotto da Venezia. Gli sarebbe grato avre la sua opinione in merito a ciò.

Andree Dandolo, provisori Creme.
Respondendo ala continencia dela vostra lettera circha la parte de quello Dominico de Casentina destenuto, quale se deve relaxare perchè dicete lasare godere simile beneficio da (a) salvoconducto ali nostri, quale il predicto doveria godere de presente, dicimo (b) che poteria essere vuy usasseno simile cortesia ali nostri, ma non ce pare verisimili, se prima non ne fossemo chiari per exemplo de qualchuno ad chi fosse stata usata. Pur rescrivendoce da chi debbiamo havere tal chiareza et, havendola farimo nova deliberacione sopra de ciò, benchè ce pare extrano che partendose dicto Dominico da Romenengo, quale è vostro, et non ha da nuy salvoconducto et andando ad Fiesso, nostro locho, et ha da vuy salvoconducto, (c) debbia essere salvo se è preso, presuponendo ben che habbia in lo dicto locho de Fiesso posessioni, che non seria altro a dire che concedere licentia ad qualuncha se volesse partire o da Venetia o da Bressa o da un'altra terra dele vostre et venire o ad Castellione o in Lodesanna, o d'altri lochi nostri che havesseno salvoconducto dala signoria de Venetia o soy officiali: che quanto fosse raxonevole o da sopportare, vuy lo possete ben considerare. Et sopra de ciò, volendo vuy replicare, haverimo caro de intendere il parer vostro quale è in simile caso. Data ut supra.
Andreas Fulgineus.

(a) beneficio da in interlinea.
(b) dicimo ripetuto.
(c) Da et andando a salvuconducto a margine.