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1066. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza 1452 ottobre 23 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza scrive al fratello Alessandro di far estromettere, per le villanie commesse contro il proprietario, il suo uomo Marinuzo dalla casa lodigiana di Romanello da Melegnano, uomo di Antonio Landriani, non consentendo che altri, al di là di Romanello, vi abiti.

Domino Alexandro.
Ne è stato molto molestissimo havere inteso molte iniurie et deshonestate, quale Marinuzo, tuo homo d'arme, ha usato in casa de Romanello da Merignano, homo d'arme de Antonio da Landriano, in quella nostra cità, et assay ne havimo preso despiacere. Et perchè dicto Romanello è valente homo et longamente nostro servitore, ti avisamo che non è nostra intencione che in casa soa siano facti manchamenti veruni; per la qual cosa volimo che, recivuta questa subito fazi ussire dela dicta casa il dicto Marinuzo senza alcuna exceptione, la quale de cetero non lassaray occupare per niuno, perchè volimo [ 257r] che remanga libera et expedita al dicto Romanello, et cossì comanderay al dicto Marinuzo ch'el restituischa ogni cosa tolta a quelli dela dicta casa de dicto Romanello, se l'ha voglia farne cosa grata. Ex castris apud Calvisanum, die xxiii octobris 1452.
Bonifacius.
Cichus.
A margine: Pro Marinuzio suprascripto qui multis usus fuit iniuriis in domo Romanelli de Merignano, armigeri Antonii de Landriano, et debeat ipsum facere exire dictam domum.