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1077. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza (1452 ottobre 25 "apud Calvisanum").

Francesco Sforza ordina al fratello Alessandro di vietare che i saccomanni della sua compagnia si spingano a Rozo nella possessione del vescovo di Novara, di Scaramuzza Visconti e dei suoi fratelli, tenuto presente che il vescovo è consigliere ducale, che i fratelli sono ai suoi servizi e considerare che le terre sono nel Milanese, ove non vuole i saccomanni.

Domino Alexandro Sfortie.
Havimo inteso che li sacomani dela toa compagnia sonno allongati ad andare ad saccomano fin ad Rozo alla possessione del reverendo padre monsignore el vesco de Novara et de domino Scaramuza Vesconte et soy fratelli, el che assay ne è rencresciuto et stato molestissimo. Et perché, como tu dei sapere, non è nostra intentione che sia damnificata la dicta possessione de Rozo, sì per respecto del prefato monsignore, quale è nostro affectionatissimo consigliero, como tu say, sì etiandio per rispecto deli fratelli che pur sonno ali servicii nostri, et anche per respecto che è situata in Milanese, perchè non è nostra intentione che stracorranno fin in Melanese, ti comettiamo che provedi che li dicti saccomani non gli vadano più per veruno modo del mondo, imo faraila omnino preservarla, siché li prefati fratelli intendano che nuy havemo cari loro et le cose loro como le cose nostre. Data ut supra.
Bonifacius Iohannes.
A margine: Ne sacomani vadant ad sacomanum ad possessionem reverendi domini episcopi Novariensis.