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1084. Francesco Sforza a Ioseph, podestà di San Colombano (1452 ottobre 28 "apud Calvisanum").

Francesco Sforza rimprovera Ioseph, podestà di San Colombano, l'indifferenza mostrata nell'eseguire l'ordine di inviargli sette nuovi bifolchi in sostituzione dei precedenti dei qauli cinque sono scappati. Deve procurare di rintracciarli e mwetterli in prigione e gli faccia avere i sette richiesti che saranno a carico del duca.

Magistro Ioseph, potestati Sancti Columbani.
L'altro dì te scripsimo dovessi mandare lo scambio deli septe bivolci de quella nostra terra, quali ne hanno servito qui al carrezo nostro, et may li hay voluti mandare, anci de dicti septe ne sonno fugiti cinque, de quali te mandiamo li nomi annotati in la inclusa police, et hanno havuto a dire che sonno stati confortati de deversine fugire da quelli homini perchè, fugiti che sariano, se confidavano in te che non saria altro; la qual cosa ne pare consonante per respecto alla negligentia hay usata circa quanto te havimo scripto. Il perchè non possimo se non dolerne deli facti toy, che, sapendo quanto importano li bivolci in questa nostra impresa, gli habii sì poca consideratione.
Pertanto te comandiamo, sotto pena della desgratia nostra, che debii subito recevuta questa, senza dilatione alcuna, havere in le mane dicti cinque bivolci fugiti et metterli in presone, non lassandoli che te daghino idonee securitate ad dovere mandare qui al dicto carrezo da consignarsi ad Bartholomeo da Cremona doi bivolci per ciascuno de loro, pagati spese per uno mese, aciochè siano exempio alli altri de non partirse senza nostra licentia. Et cossì mandaray senza altra dilatione bivolci septe per scambio de quelli ne hanno servito per lo passato, quali pagharimo noy, et subito che siano zonti qui, remandarimo ad casa questi doi gli sonno remasti, sìchè, se tu hay cara la gratia nostra, mandane con ogni solicitudine dicti bivolci, cioè dece per li cinque sonno fugiti et septe per scambio, como havimo dicto, che in tucto siano xvii bivolci, avisandoti che se tu non li manderay, non porressi fare cosa che più ne despiacesse. Data ut supra.
Iohannes.
Andreolo de Iacomo de Dosena Ambrosino de Iacomo Zentile Bernardo de Bernardo Scola Zohanne de Bassano da [...] Iacomino de Antonino Ferrera.