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1103. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi (1452 novembre 2 "apud Calvisanum").

Francesco Sforza scrive al luogotenente di Lodi dello scontento dei dazieri delle entrate delle porte cittadine per i beni introdotti in città dai soldati. Oltre al risarcimento richiesto, vuole che si accordi con suo fratello per il censimento di biade e vini che si trovano nelle case ove abitano i soldati.

Locuntenenti Laude.
Vuy doveti sapere quanta lamenta ne hanno facta li datiari del'intrate dele porte de quella nostra cità, del torto che gli è facto per le cose che hano conducte dentro della terra quelli nostri soldati, et ne hano domandato che gli faciamo restoro, la qual cosa retornaria in nostro gran damno. Pertanto volimo che, intendendovi cum Alexandro, nostro fratello, et cum li nostri Maestri del'intrate, provedati de fare la descriptione de tute biave et vini che se retrovano in le case de soldati che allogiano lì. Et questa descriptione fati che sia facta diligentemente et che non sia guardato ad uno più che ad un altro, ma ogniuno sia menato equalmente como è la nostra intentione. Data ut supra.
Persanctes.
Cichus.