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1183. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza 1452 novembre 28 Gambara.

Francesco Sforza vuole che il fratello indaghi perché la lettera del 24, data al cavallaro il 25, l'ha ricevuta solo il 27 tra le ventidue e le ventitre. Quanto gli ha scritto sulla faccenda lo preoccupa. Procuri che non si ripeta quanto precedentemente accaduto e se richiedesse genti d'arme, si avvalga di quelle che, in abbondanza, sono nel Pavese.

Domino Alexandro.
Havimo recivuto tua littera de data adì xxiiii del presente ad hore vi de nocte, et dicta littera recevessimo hieri fra le xxii et xxiii hore, digando dicto cavalaro che la littera hebbe sabbato passato adì xxv del presente: meravigliamone che le littere stiano tanto ad venire, siando importante, advisane de qua vene.
Ceterum havimo inteso quanto ne hay scripto della facenda; de che ne meravigliamo et fane stare in dubio quia periculum est in mora. Pertanto, non havendo havuto loco la facenda ala recivuta de questa, vogli cercare de intendere bene la cosa che non scontri como quella de quell'altra volta, et parendoti bisognare gente d'arme, là in Pavese sonno allogiati assay homini d'arme, quale non siando exequita la facenda, poray subito mandare per loro et poray valerte de loro et haverli a tuo comando. Ex Gambara, xxviii novembris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.