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1205. Francesco Sforza a Papi 1452 dicembre 1 (Gambara).

Francesco Sforza consegna a Papi il memoriale di quello che deve dire a suo fratello Alessandro. Primo, comunicargli che non ha avuto una lettera o ambasciata che lo informasse di come sono andate le cose, ricordando che si doveva scrivergli quotidianamente e per replicati e triplicati messi. Si meraviglia che sostenga che si sia presa con difficoltà l'abbazia di Cerreto e che non abbia ancora le bastite mentre si ritenevano prese entrambe. All'affermazione che le bastite non potranno essere soccorse che per la bocca del Serio, gli dice che, presa Cerreto, doveva mandare gli uomini di Cotogno, Casale, Castiglione e dei luoghi vicini a guardare le rive dell'Adda dalla parte per impedire eventuale passaggio di nemici con schioppetti e balestre. Manda Zorzo con l'ordine di posizionare un galeone, dei redeguardi e imbarcazioni a vigilare la bocca del Serio e gli raccomanda di non farsi mancare i guastatori. Vuole che metta più gente a Cerreto, fanti, saccomanni e uomini del paese per un numero da cinquecento a seicento persone, fino a mille persone a piedi provvedendole delle necessarie vettovaglie. Tale massa di uomini sarà un deterrente per ogni attacco nemico, che potrà essere così rintuzzato. Lo informa delll'arrivo di Giovanni Manzane e Ambrogino de Longagnana con due squadre di provisionati e una squadra di balestrieri per la via dell'Adda. Si dia da fare a scavare fossi, allagamenti di terreni e adotti ogni accorgimento per impedire ogni accesso dei nemici e non risparmi l'impiego dei guastatori. Si informi, avvalendosi del parere di Evangelista, se abbattendo mulini armati si impedisce l'accesso alle bastite e alle porte. Si informi sulla fornitura delle bastite di bombardelle e di schioppetti. Gli pare che può prendere uomini dal Lodigiano e dal Pavese e altrove e spostarli verso la bastita di Cavenago cercando di prenderla e gli ricorda c può trattenere di là Zanino per quando bisognasse. Se potesse avere da Milano duecento schioppettieri con dotazione per dieci giorni li mandi a Cerreto.

MCCCCLII die primo decembris, hora iiii noctis, memoriale a Papi dele cose ha da dire al signore domino Alexandro.
Primo de dire quanto nuy ne siamo meravigliati che fin in questa sera, venardì ad hore 24, che havemo havuto la soa lettera de dì xxviii del passato, non habiamo havuto nì littera nì ambaxiata alcuna de queste cose como sonno seguite, non ma una littera che scripse Zanino a dì xxvii ad hore viiii di nocte; che, siando questa cosa de tanta importantia, quanto ch'ella è, doveva scrivere ogni dì per dupplicati et tripplicati messi et advisarne d'ogni cosa, ad ciò che avessemo possuto fare le provisione necessarie ad tempo, le quale non havemo possuto fare non ma adesso, siché pò mò pensare quanto tempo è perduto.
Item de dire che nuy ne meravigliamo ch'el dica che l'abbatia de Cerreto se sia havuta cum difficultà perché, siandone patrone l'amico, como era, non gli doveva essere difficultà alcuna, et che ne meravigliamo ancora che non habia havuto le bastie perché, havendose in obedientia per lo amico, como se havevano, nuy mettevamo per fermo che se havesseno tucte doe almanco, che quella del canto de qua non mancasse.
Nientedemanco da poy che la cosa è seguita in questi forma, li diray che voglia usare ogni industria, ingegno et solicitudine facendo ogni cosa possibile che le dicte bastie non si possano succurrere per li inimici et che se obtenganno per vuy.
Item dire che ala parte che'l dice che le bastie non porranno essere succurse non ma per la bocha de Serio, et cetera, che'l doveva, fornito che fu Cerreto, fare andare li homini de Cotogno, Casale, Castiglione et deli altri lochi circumstanti ad guardare la riva d'Adda del canto dellà, zoè in quello loco dove possevano passare li inimici, perché cum schioppeti et balestre haveriano sempre devetato che niuno non seria passato dellà, nì con barche nì con borchielli, in andare suso per Adda. Et che nientedemanco *[ 276r] nuy mandiamo adesso Francesco Zorzo con ordine et commissione che in la dicta bocha de Serio vada uno galeone et deli redeguardi et dele nave per fare ogni cosa possibile che per quella via non si possano succurrere, benché nuy non crediamo che'l galione li possa andare; et li ricorderay ancora che luy etiandio habia cura ad questo facto.
Item dire che del provedimento che ha facto de quella aqua et de impaludare, et cetera, ha facto bene et che'l ne piace et che'l non se facia carestia de guastatori.
Item che'l ne pare che haveria devuto mettere, et cossì ne pare ch'el debbia mettere più numero de gente a piede in Cerreto che li sia possibile, tanto fanti a piede quanto saccomani et homini del paese, per modo che almanco fusseno in Cerreto persone utile da cinquecento in seycento, perché havevano facto doe cose, l'una che haveriano asecurato la dicta abbatia de Cerreto, et l'altra che havevano devetato ali inimici che non possino fare provedimento alcuno ad quelle bastie fin a tanto che fusse facto novo provedimento.
Item dirli che ad me pare che quello che non è facto fin adesso se debbia fare de qui inanzi, zoè de mettere in Cerreto più numero de gente a piede che se pò, fin in persone mille et più, siando possibile, ma, con questo, che li sia mandato più quantità de victualie che sia possibile, perché como dicemo de sopra queste gente faranno una viagio et duy servicii. Primo, seranno sufficiente che ali inimici non bastarà l'animo a pigliare impresa alcuna contra Cerreto, et pigliandola, non gli reussirà el pensiero, et poy, seranno ancora utilissime ad devetare che li inimici non poranno fare provedimento alcuno ale bastie, siando el paese forte come el è.
Item dirli como nuy mandiamo Zohanne Manzane et Ambroxino da Longagnana cum doe squadre de provisionati et con una brigata de balestreri per intrare in Cerreto per la via de qua d'Adda se'l se porrà.
Item dirli che usi ogni ingegno, industria et solicitudine in tagliare passi, relevare fossi et impedire ogni transito ali inimici con acque et padule, sichè non habino habilitade de potere dare aiuto ale dicte bastie, et che in fare queste cose non si faza carestia de guastatori.
Item dire che'l se informi se mandando giuso li molini armati porano dare impazo ale dicte bastie et quelli che andasseno et venesseno per lo ponte; et de questo se porrà informare da quelli de Evangelista o altri che fusseno là. Et cossì voglia intendere como dicte bastie sonno fornite de bombardelle et schioppeti et le altre cose da difesa.
*[ 276v] Item se li pare havere proveduto in modo che ale dicte bastie non si possa dare socorso. Ne pare debbia torre deli homini de Lodesana et Pavese et d'altri lochi donde li podesse havere, non togliendo de quelli adoperesse in Cerreto et ala guardia dela riva d'Adda, come è dicto de sopra, et farli andare con qualche bombarde ala bastia de Cavanago et vedere de haverla.
Item dirli che Zanino el pò retenere dellà et adoverarlo in le cose bisognano.
Item dirli che'l veda se'l pò havere in fino a cc schioppeteri da Milano almanco forniti per dì dece, li quali, possendoli havere, li metta subito in Cerreto.