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1228. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza 1452 dicembre 12 Cremona.

Francesco Sforza richiama al fratello Alessandro l'errore da lui commesso nel mandare a Pesaro con i suoi uomini anche Finzo, perché è uomo del re. In questa faccenda ha fatto due errori, informarlo dell'ìnvio della sua gente a cose avvenute e aver lasciato andare Finzo. Gli faccia sapere che ne pensa e si ricordi di Carlo di Campobasso e di Giacomo Ferraro.

Domino Alexandro Sfortie.
Per un'altra nostra, data a xvii del passato, te scripsimo che, havendo tu mandato Finzo cum quelle gente che mandi a Pexaro, havevi facta cativa electione a mandarlo luy, perché, siando homo del re, como è, ad una minima litteruna gli scriva la maiestà sua, siamo certi non tornarà più de qua, et anche credimo ch'el sia andato con opinione de non tornare più. Del che te avisasemo perché se tu gli pensi bene, tu te trovaray de questa medesma oppinione. Alexandro, tu non ne hay may dato altra risposta a questo, et se tu pensi bene, tu hay commesso più errori in questo: primo, tu mandasi quelle gente che noI sapessemo may, se non quando forono partite, postea hay mandato con esso Finzo, zovene altero et desideroso de farse grande napolitano homo del re, el quale siamo certi, cum primum serà in Pesaro, serà rechiesto o dal re o da Venetiani de darli la terra; et credamo ge la darà, mediante le promisione gli serano facte et, quando pur non gli venisse facto, andarà o dal fiolo del re o dala maiestà del re, sichè tu hay facto male a ti et a noy. Et serimo contenti che tu ce avisi s'el te pare che dicamo el vero o non: aricordate del conte Carlo da Campobasso et de misser Iacomo Ferraro. Ex Cremona, xii decembris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.