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1302. Francesco Sforza al podestà di Vigevano 1453 gennaio 4 Milano.

Francesco Sforza vuole che il podestà di Vigevano intervenga a rendere giustizia ad Ambrogino Coco per il sequestro avvenuto a Pavia di panni da parte di Tomasino Bottigella con il pretesto di un debito che la comunità di Vigevano aveva con suo figlio, Giovanni Matteo, e con il quale la comunità si accordò accettando la vendita dei panni sequestrati.

Potestati Viglevani.
Ne ha significato Ambroxino Cocho de quella nostra terra che, già più dì passati, fureno sequestrati certi panni de lana in Pavia, quali erano suoy et de alcuni suoy compagni, per Thomayno Butigella, sotto pretexto de certo debito quale se diceva havere la comunità de Viglevano cum Iohannematheo Butigella, fiolo del dicto Tomo. Il perché, convenutose la dicta nostra comunità cum dicto Iohannematheo, li dicti panni fureno venduti et dati li dinari ad Iohannematheo che seria in solo detrimento del dicto Ambroxino et suoy compagni, che seria contra el dovere, siando causa de tucta la comunitade, che in particulare dicto Ambroxino et li compagni dovessero supportare el damno. Dice ancora dicto Ambroxino havere subvenuto a dicta comunità de sedeci fiorini, et da essa non gli pote conseguire, domandandove che gli faciamo ministrare ragione cum la restitutione deli suoy panni da essere extimati per extimatori comuni, aut el precio d'essi. Per la qual cosa, parendone honesto et ragionevole quanto luy rechiede, volimo et te comettimo che, habita informatione de superius narratis, facii ragione ale parte summarie simpliciter et de plano, sine strepitu et figura iuditii, cavilationibus et frivolis exceptionibus quibuscumque reiectis; et ita che veruna dele parte non habia legitima cagione de querella, né più a nuy retornare per questa cagione. Data Mediolani, iiii ianuarii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.