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1395. Francesco Sforza al provveditore di Crema s.d.

Francesco Sforza, denunciando al provveditore di Crema che dei suoi sudditi, provvisti del salvacondotto rilasciato da parte venenziana, sono stati derubati e i salvocondotti rotti, gli ricorda che pur ammesso che dei sudditi veneziani siano stati derubati, si sarebbe innanzitutto dovuto procedere all'identificazione degli autori del furto e solo in mancanza di un provvedimento di giustizia, si sarebbe potuto procedere alla rappresaglia; motivo in più per curare la salvaguardia dei salvacondotti, che il duca ha fatto sempre rispettare. Pertanto lo Sforza chiede la restituzione di ogni cosa rubata prima di procedere alla revoca dei salvacondotti; in caso contrario, protesterà all'universo mondo la usurpatione d'ogni buona usanza di guerra.

Provisori Creme.
Spectabilis amice noster carissime, hozi siamo venuti qua a questa nostra cità et nel giongiere ne hano signicato li nostri che, socto la fede de salviconducti hano da voy, sonno stati robbati et maltractati dali vostri et, subsequenter ne hano advisati como haveti rocti li salviconducti. De questo non dicemo altro, perché qualuncha dele parte potrà fare el facto suo ala meglio potrà, ma che prima siano corsi li vostri et facto represalia, como sentimo che voy faciti, non possimo fare che non si maravigliamo asay, perché con iustificatione alcuna non se posseno fare represalie se prima non se chiarisse legitima casone, la quale non credimo si possa monstrare dal canto vostro. Et dato che deli vostri fusse stati robbati, se voria prima monstrare et nominare li robbatori et li robbati, como più volte ve havimo facto dire et scrivere, et quando fossero facte le chiareze et non gli fusse proveduto, alhora con più yustificatione se potriano fare le represalie, ma nanti non, perché troppo ne seguiria molti e spessi inconvenienti, et non seria se non ch'el se robbasse qualche cosa per venire ale represalie, et molte volte occorreria questo, et non che per questo negamo che deli vostri non siano stati robbati, como fino ancora deli nostri. Ma ben dicemo che potria intrevenire ali vostri quello intrevene deli nostri, che fino robbati dali nostri medesmi, et molte volte se dà la colpa ali vostri, come si usa fare fra soldati. Et per questo se voria havere una bona consyderatione nanti che se violassero li salvaconducti, li quali sempre del canto nostro havimo facto observare, et sempre ce siamo sforzati, quando havimo havuto inditio d'alcuno deli vostri siano stati robbati, farli restituire et mendare el damno, como doveti ben essere informato, et anca li vostri el sano. Per le qual cose ne pare che, per observantia dela ragione et iustitia et per honore dela vostra signoria, debiate fare restituire la robbaria et preda facta ali nostri, inanti la revocatione deli salvaconducti, altramente ce [ 313r] sforzarimo dare a vedere a tucto el mondo la inobservantia dela fede vostra, la violentia deli vostri salviconducti, la usurpatione d'ogni bona usanza de guerra et mancamenti vostri che, certo, pariranno exorbitanti et pieni de mal exempio a qualunche iusto principe, signore o signoria el mondo; et ultra ciò ce sforzarimo per ogni modo et via, per honore nostro, per conservatione de nostri subditi farne vendeta, la quale ad ogni homo parirà piutosto equa et iusta che malfacta. Ma per non venire ad questo, che farimo malvolentiere, ve dicemo ancora ch'el ne pare debiate far fare la restitutione ali nostri, certificandone che siando nuy chiariti de alcuna robbaria facta ali vostri, la farimo restituire integre senza mancamento alcuno. Et sopra queste cose piacevi chiarirne puramente la mente vostra, aciochè sapiamo che fare.