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1459. Francesco Sforza ad Antonio Venero s.d.

Francesco Sforza scrive ad Antonio Venero, provveditore di Venezia a Ripalta. Riprendendo la missiva precedente in cui si ribattono affermazioni del provveditore veneziano.

Antonio Venero, provisori illustris dominii Venetorum in Ripalta.
Havemo havute le vostre littere responsive aIe nostre ve mandassemo per la robaria facta per li fanti de Betino da Calcina in Cavagliono et Sectara già più dì passati contra el salvoconducto facto socto nome del magnifico Gentile, governatore dele gente dela prefata signoria, al ministro de Sancto Lazaro de questa nostra inclita citade de Mediolano. Ale quale, et specialmente dove dicidi che passarano dece dì, facta la robaria, ante che veruno venesse ad lamentarse et che li homini proprii disereno che non haveano salvoconducto, esso ministro risponde cossì che, ante li dicti dì manda uno deli soy frati cum alcuni dedicati al dicto Sancto nel dicto salvoconducto nominati a rechiedere la restitucione dela preda né da voy pote obtenere cosa alcuna; et poy retornando reporta tantumdem ultimamente venendo da Gentile con lettere soe un altro suo frate non lo volesti lassare intrare; et un'altra volta ante che andasse a Bressa essendo venuto là lo festi ancora partire senza lassarlo intrare; al facto che non habia salvoconducti, disse che'l salvoconducto(a).

(a) La missiva termina così.