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1523. Francesco Sforza al podestà di Lodi 1453 febbraio 20 Milano.

Francesco Sforza vuole che il podestà di Lodi convochi Matteo Bonsignore e il figlio Battistino, debitori, come altri, di Pietro Pellizone, che ha convenuto di sovvenzionare il duca, ma che al presente non può fare se non riesce a incassare ciò che i due lodigiani menzionati gli devono per fitto. Chiami il podestà i debitori e non li lasci andar via fino quando non abbiano pagata l'intera somma o dato granzia di saldarla entro il primo del prossimo marzo.

Potestati Laude.
Petro Pellizone, nostro citadino milanese, è in conventione cum nuy de subvenire de certa quantitate de denari in questi nostri presenti bixogni, et ne dice che non poderà attendere al tempo promesso se non rescoda dicti denari dali soy debitori, fra li quali ne dice che Maffeo Bonsignore et Baptistino, suo figliolo, di quella nostra cità gli sonno debitori de libre ducento xxviii per casone de ficto livelario et per l'altra casone, como da luy, o suo messo, seray informato; li quali denari intende de rescodere acioch'el possa attendere secundo la promessa soa. Per la qual cosa te commettiamo che ad ogni instantia d'esso Petro, o suo messo, habii da ti li prenominati debitori et liquidato el debito loro, non li lassaray partire da te infin non habiano satisfacto et pagato integramente, o dato idonea segurtade de pagare da qui a kalende de marzo proxime che vene, perché cossì sta la soa conventione cum la Camera nostra. Et qui non li usare negligentia, perché importa molto al bisogno nostro como pò pensare. Data Mediolani, xx februarii 1453.
Bonifacius.
Cichus.