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1680. Francesco Sforza a Marcoleone da Nogarolo 1453 aprile 2 Milano.

Francesco Sforza dice a Marcoleone da Nogarolo d'aver ricevuto la sua richiesta di due altri carri. Il duca osserva che, per non gravare troppo i Lodigiani, ha disposto che i carri vengano da Melegnano, e provvede che si conducano anche due carri di fieno per i buoi, portati via acqua o via terra, e ne precisa i percorsi con la scorta che concorderà con il luogotenente di Lodi nel caso passasse al ponte di Lodi per andare di là d' Adda. Gli raccomanda il buon trattamento dei buoi in modo che si mantengano bene, perché dovranno durare.

[ 360r] Marcholeoni.
Respondendo alla toa lettera per la quale ne scrive del'havere remandato indrieto quelle doe carre erano lì, secondo te habiamo scricto, pregandone te ne vogliamo mandare doe altre acioché li guastatori non perdano tempo, et cetera, te dicimo, perché non volemo agravare più quelli nostri homini da Lode, quali patischano continuamente de molte gravezze, el che saria uno mecterli in totale disperatione, habbiamo ordinato che vengano lì doe delle nostre carre che sonno a Melegnano. Et perché li bovi habiano da vivere, habiamo facto scrivere che conducano doe carra di feno et ordinato che le mectano im barcha lì a Lode o che lo conducano per terra di qua d'Adda fin in ripa d'Adda per scontro la torre, quale fai fare lì a Ceredo per passarlo poi lì cum le barche, overo che lo conducono fin lì di là d'Adda per terra, facendogli tu fare la scorta. Et de questo ne scrivemo al locotenente nostro de Lode che sopra ciò habia intelligentia teco. Per la qualcosa te commandiamo et volemo che, subito recevuta questa, habii intelligentia con esso locotenente avisandolo dela via che te pare debia fare dicto feno, et parendoti forse di farlo passare al ponte da Lode per andare per terra di là d'Adda, dicimo gli mandi ad far fare la scorta vel, parendote altramente, avisaraylo acioché dicti carre non perdeno tempo. Apresso ti reccomandiamo essi nostri bovi, carichandoti che gli facii ben attendere et con ogni tua diligentia et cura siché se mante(n)gano bene, perché, como tu sai, haverano ad durare de molte fatiche in campo che, quando fossero strazonati et male atesi lì, non la poderiano poi durare in nostro gran danno. Data Mediolani, die ii aprilis 1453.
Bonifacius.
Cichus.