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1684. Francesco Sforza all'abate di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia 1453 aprile 2 Milano.

Francesco Sforza scrive all'abate di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia circa la decisione di dare al duca, come hanno riferito da Guarniero Castiglioni e Francesco Maletta, consigliere e segretario ducali, un aiuto di duecentocinquanta invece di trecento ducati. Lo sollecita, perciò, a versare tale somma al messo che appositamente gli manda, evitando, così di dare mal esempio.

Domino abbati Sancti Petri in Cello aureo Papiensi.
Inteso quanto ce hanno referto el spectabile misser Guarnero da Castelione et Francisco Maletta, nostri consigliero et secretario, circa la dispositione vostra de non subvenire se non de ducentocinquanta ducati ala rechiesta et limitatione, quale loro ve hanno facto in nostro nome, non possiamo se non maravigliare vogliate usare con noi questa dureza, perhò che ne renderiamo certi anche de più somma ne havesti subvenuto per amore et fede che ne portati, et maxime attenduti questi nostri urgentissimi bisogni. Pertanto, considerato che la rechiesta deli trecento ducati è honesta e moderata et facta con degno respecto, ve confortiamo et stringemo che subito, vedute le presente, debiati numerare dicti trecento ducati ad questo nostro messo quale mandiamo lì per questa casone; et ne fareti singulare piacere et non ne date più materia de replicare; né vogliate ritrarne da questo perché daresti male exempio et mala condictione per tutti li altri quale ce subvengano; altramente nuy seremo malcontenti de voy perché mettereti el facto nostro in grande desordine. Mediolani, die ii aprilis 1453.
Cristoforus de Cambiago.