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169. Francesco Sforza al capitano del comitato di Pavia d'Oltrepo 1452 febbraio 10 Milano.

Francesco Sforza vuole che il capitano del comitato di Pavia d'Oltrepo, accertato che gli uomini di Monte Dondone hanno bruciato e ucciso sette cavalli di Pietro Antonio da Perugia, uomo d'arme ducale, imponga loro di risarcire tale danno.

Capitaneo comitatus Papie ultra Padum.
Petro Antonio da Perosa, nostro homo d'arme, è venuto da noi gravandose che gli sonno stati brusati septe cavalli in Monte Dondono; et quantunca commectissemo a ti gli devessi ministrare rasone contra li perpetratori del dicto incendio et tu habbi facto demostratione de volerli punire, pur niente è seguito. Immo, dice esso Petro Antonio, li decti malfactori essere andati ala Petra de Filippo Spinola a tributare quelli fanti, aciò dicano loro havere commesso dicto incendio. A noi pare molto difficile ad credere che cossì sia, pur ne pare, et cossì te commectiamo et volimo che, constandote li homini de Monte Dondone essere stati casone d'esso incendio, procedi contra de loro et li astrenzi ad pagare li decti cavalli ad esso homo d'arme senza exceptione et contradictione alcuna. Et questo volimo se faza cum ogni celerità possibile. Mediolani, x februarii 1452.
Cichus.