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1690. Francesco Sforza ai consoli, al comune e agli uomini di Vigevano (1453 aprile 3) Milano.

Francesco Sforza fa presente ai consoli, al comune e agli uomini di Vigevano che necessità lo inducono a chiedere il pagamento delle tasse per duecento cavalli, assicurandoli che, assestatasi la situazione, li ricompenserà. Diano il danaro a Raffaele Zaccaria, commissario ducale, o facciano quel che dirà loro. Siano solleciti a chiedere quello che dovuto per gennaio o febbraio che serve a pagare la gente del Bresciano.

Nobilibus ac providis fidelibus nostris dilectis consulibus et comunitati et hominibus Vigleveni.
Como siti stati avisati da noi e dali nostri, è de bisogno, et al tuto necessario per le vigente nostri necessitade che voi pagate le tasse per ducento cavalli, al che non ve doveti per modo alcuno rendere difficili per li respecti deli quale già doveti essere avisati, certificandove che, se non havessemo tale bisogno, quale havemo, non ve agravaressemo più al presente, como habiamo facto per lo passato. E certo el doveti fare voluntera et de bona voglia per non monstrarne mancho fede et devotione che faciano l'altri nostri subditi; ma bene ve dicemo che, asetate che serano le cose, como speramo in Deo, la iustitia et animosità dele nostre gente, ve restauraremo in altri aconzi; sichè metiti ordine al dinaro et exbu(r)saritelo al nobile Raphaele Zacharia, nostro commissario, o como luy ordinerà, et simul exequeriti quanto ve dirà et ordinarà per parte nostra. Et similiter metiti ordine con più presteza sia possibile ad exigere le dicte tasse de zenaro o febraro proximi passati, aciò se posseno dare a quelli nostri gente de Bressana et altroe, a quale sono assignati. Data Mediolani, die suprascripto.
Ser Iacobus.
Cichus.