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1722. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1453 aprile 5 Milano.

Francesco Sforza trasmette al luogotenente di Lodi la lagnanza di Giacomo e Giovanni Francesco, fratelli di Ninzani che, per avere pochi beni a Melegnano, presso il loro luogo di Vitadone, ove furono sempre estimati e hanno sempre pagato i carichi occorrenti, si vorrebbe da alcuni che per tali beni pagassero anche a Melegnano contro il consueto e come facevano anche al tempo di Filippo Maria Visconti. Il duca ribadisce l' osservanza del consueto.

Locutenenti nostro Laude.
Intenderite per la supplicatione, quale ve mandiamo introclusa, la querella ce hanno facto li nobile Iacomo et Iohanni Francesco, fratelli de Ninzani, nostri citadini Milanesi dilectissimi, perché, licet alcuni poche beni immobile quale hanno nel territorio de Maregnano del vescovato nostro de Lode, contiguo al loco loro de Vitadone, siane sempre stati extimati con Vitadone et ibidem habiano contribuito a tuti li cariche occurrente e non altrove, tamen sonno alcuni quale se studiano de volere fare che per essi bene se paga con Maregnano, contra el consueto, sempre et maxime al tempo dela bona memoria del quondam duca passato nostro padre e socero observandissimo; del che non poco siamo maravegliati, maxime perché se recordemo altre volte havere scripto al vostro precessore che intendevamo fosseno dicti fratelli, loro bene et massari tractati in quel modo al tempo del prefato quondam duca. Et pertanto de novo ve comandemo et volemo provediate omnino opportune che li dicti beni non siano quovismodo contral'usitato separati per casone de taxe o de altro caricho del loco de Vitadono, ma siano tractati his modo e forma che sonno stati tractati per lo passato, perché non intendemo gli sia innovata cosa alcuna contra solitum, siché fati per modo non habiamo per questo a sentirne dali predicti fratelli altra querella. Data Mediolani, die v aprilis 1453.
Thomaso de Anglerie.