Registro n. 12 precedente | 1746 di 2324 | successivo

1746. Francesco Sforza a Ludovico di Cunio conte di Nigio 1453 aprile 10 Milano.

Francesco Sforza ricorda a Ludovico di Cunio, conte di Nigio, l'accordo con Zanono Corio di giostrare insieme prima di carnevale, il che non avvenne causa il suo male alla gamba. Ora guarito, Zanono gli ha riconfermato la sua disponibilità a giostrare se lo è pure Ludovico. Il duca lo sollecita ad andare a Milano e prepararsi allo scontro che sarà il giorno di San Giorgio. Per evitare altre sue diserzioni, badi di non far vedere la lettera alla moglie; verranno messe in palio da Zanono sei braccia di velluto e altrettante ne dovrà offrire Ludovico, anche se Zanono si dice disposto a metterle in palio tutte lui.

Spectabili militi nostro dilecto domino Lodovicho Cunii ac Nigii comiti.
Vuy sapeti che ali dì passati dicesti et restati de acordio voy et Zanono Coyro de volere giostrare insieme, la quale giostra se doveva fare fino inanze carnevalle; ma per lo caso dela gamba vostra, alhora non se poté fare. Mò, al presente, intendendo il dicto Zanono che voy seti guarito, ne ha recordato la dicta giostra, dicendo che luy è disposto per ogni modo de mandare ad effecto quello fo dicto se non mancha da voy; nuy gli havemo resposto che siamo certissimi non mancharà da vuy. Pertanto ve confortiamo et caricamo, como quello homo, como bon Ursino et bono romagnolo, siamo desiderosi del'honor vostro, como del nostro proprio, vogliate, havuta questa, venire qui ad Milano per metterve imponcto [ 373r] d'arme et de tuto quello sia bisogno per potere, el dì de San Georgio proximo fare questa giostra, recordandovi che non vogliati monstrare questa nostra lettera ad vostra mogliere, né dirgli de quanto ve scrivemo cosa alcuna ad ciò non habiate scusa poi de poter dire che vostra mogliere ve habia vetato venire, benché, al iudicio nostro, questa non saria scusa che satisfacesse al'honore et debito vostro. Siché, senza perdere tempo alcuno, ne pare debiate venire via per potervi metterve im poncto che al dì dicto de San Zorzo possiate observare quanto haveti promesso, advisandove che luy parla molto galeardamente, solamente sperando che voy non debiate venire; siché ad questa volta non fate delle vostre, perché, non venendo, non poreti allegare caxone né raxone che basti in contrario. Et perché voy sapiati el pretio della giostra, Zanono dice che è contento de mettergli braza sei de velluto, et vuy gli ne mettati altra sey braza, et che venerà l'habia tute dodece braza, pur se ad voy paresse, per honore vostro de meterglilo tuto luy, dice sarrà contento, ma, per Deo, non ne fate vergogna questa volta. Mediolani, die x aprilis 1453.
Zanetus.
Cichus