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1762. Francesco Sforza all' abate di San Pietro in Ciel D'oro di Pavia 1453 aprile 15 Milano.

Francesco Sforza esprime a Iudici, abate di San Pietro in Ciel D'oro di Pavia, l'insoddisfazione per quello che Cicco e Francesco Maletta gli hanno riferito a proposito del versamento della sovvenzione richiesta di trecento ducati d'oro.

[ 375v] Venerabili viro domino ser de Iudicibus, abbati Sancti Petri in Celo Aureo Papie, dilecto nostro.
Inteso quanto ce hanno referto Cecho et Francesco Maletta, nostri secretarii, circa el facto dela subventione quale nuy vi habiamo rechesta et cetera, dicemo che nuy non restamo puncto contenti de voy in questa materia perché nostra ferma intentione è, et cossì per le presente ve certificamo, che debiati pagare trecento ducati d'oro. Sichè ve confortiamo et commandiamo, per quanto haveti cara la gratia nostra, che subito debiati pagare et mandare qui el supplemento d'essi trecento ducati, senza dimora alcuna, et da nuy non sperate de havere detractione né remissione alcuna, altramente ve serà facta contra tale executione, che ve rencrescerà. Data Mediolani, die xv aprilis 1453.
Cristoforus de Cambiago.
Cichus.