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1763. Francesco Sforza al clero pavese (1453 aprile 15 Milano).

Francesco Sforza riprende il basso clero pavese per il continuo mutare di patti e capitoli con l'unico scopo di non pagare un soldo, intimando ai principali di loro di versare l'intera sovvenzione entro quattro giorni, altrimenti avranno di che pentirsene.

Venerabilibus viris dominis de clero minuto Papiensi.
Credendo nuy de havere de presente li denari dela subventione per le quale una volta seti componuto con la Camera nostra, hora, che siamo ad extremo bisogno, ne pare che siamo pur adesso ad comentiare, et che ogni hora mutati capitoli et pacti, che tuto siamo certi facite per fugire el pagamento deli dicti dinari et littigare et cavillare con nuy; dela qual cosa ne havemo presa una opinione et concepto tale quale meritamente se debba prendere de homini pertinaci et renitenti et pocho amore portano ad nuy et stato nostro. Pertanto per le presente che ve siano lì perhemptorie in questa facenda, ve admoniscomo, stringemo et commandiamo, per quanto haveti cara la gratia nostra, che infra quatro dì, dopo la presentatione de queste, debiate provedere con effecto de pagare integre li dinari d'essa subventione, ricordandove che li volimo da vuy de dentro et dali principali, et non circarli in particulare, che questo debbia essere vostro offitio. Et circha questo non vogliate fare più exceptione né rechiederne più altro, perché da nuy (a) deveti essere satisfacto ad pieno et remanere contenti da nuy de quello ve habiamo scrito, che è iusto et raxonevele; altramente, perseverando voy in questa obstinatione, ne dareti materia de provedergli in modo et forma che, senza fallo, ve rencrescerà et non ve parerà bello chiocho ad callefarne in questa forma; et cossì ve lo promettiamo sopra la fede nostra, et che ve conforta in questi salti, non ve consigli bene. Data ut supra.
Cristoforus da Cambiago.
Cichus.

(a) Segue non depennato.