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1783. Francesco Sforza al referendario di Lodi 1453 aprile 16 Milano.

Francesco Sforza, appreso l'ntenzione dei dazieri di lì di far condannare il conestabile della porta Pavese per aver venduto vino senza pagare dazio e sebbene sia a favore deii dazieri, tuttavia esorta il referendario di Lodi a verificare le loro affermazioni con prove e solo dopo si procederà alla condanna del conestabile. Si abbia poi l'avvertenza di richiamare i dazieri di non insistere a rovistare nelle fortezze alla ricerca di vino non daziato.

Referendario nostro Laude.
Sentimo che li dacierii de quella nostra cità procedeno con grande vehementia et circhano de far condemnare el nostro conestabile lì de porta Pavese sotto pretesto che l'habia venduto vino senza dacio e contra el dato del lor datio. E benché nostra intentione sia che li dacierii siano adiutati et favoriti, non ne paria perhò convenienti né ragionevele ch'el se devesse stare al suo dicto, cossì simpliciter, ma se dovesse tolere le prove, e quando se trovasse el dicto conestabile in defecto, farlo punire segundo el demerito e como vole la ragione, e non credere al suo dire in la causa sua propria.
Siché in questo habiateli bona consideratione, non volendo perhò (a) dare più dare ardimento alli dicti dacierii de andare remesedando in le nostre forteze per circare vino non daciato che porti el dovere e li tempi occurrenti; e debbe bastare a loro che sia facto ragione. Data Mediolani, die xvi aprilis 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue volere depennato.