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1841. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo 1453 aprile 27 Milano.

Francesco Sforza contesta a Gracino da Pescarolo quanto scrtto nella lettera del 26 del corrente mese che, non avendo avuto notizia degli ordini ducali, ma solo una grida del tempo di Gianpietro dal Mangano, fece, in esecuzione di questa, promessa della metà; inoltre, che gli inventori erano tutti assenti, tranne uno; gli ricorda poi che era stato informato da lui e dal referendario con lettere del 26 febbraio e con altre che le cose stavano diversamente. Faccia mandare ai Mestri delle entrate straordinarie, 103 lire,18 soldi e 6 denari di cui ha "resposto" e provveda che gli accusatori si presentino davanti al Consiglio segreto e invii al medesimo Consiglio i loro nominativi.

Domino Gracino de Piscarolo.
Due parte tochi in la littera toa, data a dì xxi del presente, prima, che non habiando noticia et lo referendario delli ordini nostri, ma solamente per una crida facta al tempo de Giovannepedro dal Mangano, facesti, in executione de tal crida, promissione a quelli inventori dela mitade; l'altra, che de questi inventori ne sonno absenti tuti, se non uno. Ala qual, respondendo, dicemo essere informati per lettere de ti et lo referendario, date a dì xxvi febraro, et altre lettere, pur de vuy, essere la cosa altramente penitus che non dici. Il perché, tuto considerato, intendendo non stare (a) in disputacione, volimo che senza più replicare, né scuxe, faci de presenti mandare ali Maestri dele nostre intrate extraordinarie le lire ciii soldi xviii denari vi, di quali hay resposto, in che tene modo non sia fallo. Et ulterius provedi che quelli accusatori, di quali hai scripto, se presentano qui denanze al nostro Conseglio secreto, perché possino con essi conferire altre cose nostre, et, interim che ordinerai questo, manda al dicto Conseglio lo nome loro, lo quale Conseglio secreto nostro, non dubitare, tegnerà secreto le persone et lo facto, non altramente che facino altre nostre cose importante più che questa. Data Mediolani, xxvii aprilis 1453.
Cichus.

(a) Segue più depennato.