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1852. Francesco Sforza a Bartolomeo de Pisis 1453 aprile 28 Milano.

Francesco Sforza ingiunge a Bartolomeo de Pisi, armigero ducale, di consegnare agli uomini di Caselle Lodigiano i buoi da lui presi, rimproverandogli l'inobbedienza agli ordini del luogotenente di Lodi, ricordandogli che a un ufficiale si deve prestare obbedienza come si trattasse del duca stesso.

Provido viro Bartholomeo de Pisis, armigero nostro dilecto.
Havimo inteso per la querella ne ha facto il nostro locotenente di Lodi et l'homini dale Casele de Lodesana che te fay renitente ad restituire ad essi homini li bovi gli hay tolto, secondo che te ha scripto il dicto nostro locotenente; del che ne pigliamo admiratione et dolemose de ti perché nostra intentione è che nedum il locotenente, ma qualunque altro minimo nostro oficiale, sia nel dominio nostro obedito como nuy proprii. Et pertanto te comandemo expressamente et volimo [ 393v] libere et senza altra exceptione ali dicti homini essi bovi, como ha ordinato il pretacto nostro locotenente, per modo che più de ciò non sentiamo altra querella che l'haverebbemo molesta et se agraverebbemo de ti. Mediolani, xxviii aprilis 1453.
Cichus.