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1853. Francesco Sforza a Filippo degli Eustachi 1453 aprile 30 Milano.

Francesco Sforza dice a Filippo Eustachi di essere d'accordo su quanto detto dei denari portatigli da Crispino Tasso e di essere dispiaciuto del rifiuto di Filippo a Giovanni Tridoia che chiedeva la quota spettantegli per il suo galeone. Dia, quindi a Giovanni la parte che gli spetta e gli consenta di tenere il suo galeone insieme al suo. Delle 400 lire del dazio di Brescello gliene farà parola un'altra volta.

Filippo de Eustachio.
Havimo recevuto la toa littera et inteso quanto tu ne hai scripto circa il facto deli dinari che te li ha portati Crespino Taxo; dicemo che ne piace, ma ben te dicemo ch'el è stato qui da nuy Iohanne Tridoya, el qual ne ha dicto che tu non gli hai voluto dare la rata soa del dinaro che gli tocha per lo galione ch'el tene; dela qual cosa per certo, Filippo, molto se meravigliamo et l'habiamo tanto a male quanto dire se potesse, et che tu tenge questi modi che teni con nuy, perché, benché tu sei patrone de galioni, non vogliamo perhò che dela roba tu sei più signore et patrone che siamo nuy stessi. Et pertanto volimo che, se tu hai cara la gratia nostra, havuta questa, senza exceptione alcuna tu daghi al dicto Iohanne la rata soa del dicto dinaro, et fa' immediate, senza dimora, quello galione che tenne lo dicto Iohanne venga ad stare lì cum quello che teni tu, advisandote che, quando tu faci el contrario, se non poteremo far altro se metteremo ad venire lì in persona in uno burchiello, perché cognosci che questi tuoi modi habbiamo havuti molestissimi. Circa il facto dele 400 lire imperiali del datio de Bresello, non te vogliamo per questa dire altro, ma te responderemo per un'altra, como ne parerà. Mediolani, ultimo aprilis 1453.
Persanctes.
Cichus.