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1854. Francesco Sforza a Giovanni Stefano da Casate (1453 aprile 30 Milano).

Francesco Sforza fa presente a Giovanni Stefano da Casate, capitano della Lomellina, la lamentela degli uomini di Mortara per il sequestro di bestie, carri e biada che uomini del posto conducevano a Novara, nonostante sia loro consentito da certi capitoli. Il duca, rimesso il caso al Consiglio, vuole che liberi uomini, bestie, carri e biade, chiedendogli di comportarsi con detti uomini onestamente.

Spectabili militi domino Iohanni Stefano de Casate, capitaneo Lomeline, nostro dilecto.
L'homini de Mortara hanno mandato qui da nuy et ne hanno dicto che, conducendo alcuni homini de quella terra certa quantità de biava a Novara, como allegano potere fare vigore de certi capituli gli havemo concesse, gli havite facto togliere la biava, carre et bestie et li conductori mettere in presone. Et perché havimo commissa questa cosa al nostro Consiglio che l'intenda, volimo che, dandone segurtade de stare a rasone, gli debiate relaxare et restituire loro bestie, carre et biave. Et vogliatene portare con dicti homini honestamente con humanità, maxime in questi tempi. Data ut supra.
Cichus.