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1856. Francesco Sforza a Bartolomeo da Gubbio 1453 aprile 12 Milano.

Francesco Sforza comunica a Bartolomeo da Gubbio, commissario sopra gli alloggiamenti nell'Oltrepo, le lamentele ricevute da Battista e Agostino, fratelli di Iacoppo, per il carico di quattro cavalli e mezzo e di cinque bocche date alla località di Arzene, già molto gravata e gli ordina di ridurre tale carico e di annotar tale riduzione, onde valga per le future tassazioni; si avvalga su quanti sono renitenti a contribuire, pur avendo possessioni su detto territorio.

Nobili viro ser Bartholomeo de Eugubio, super allogiamentis ultra Padum commissario nostro.
Per lo tenore dela introclusa supplicatione vederai et intenderai la lamenta, quale fano li nobili Baptista et Agustino, fratelli de Iacoppo, per lo caricho de cavalli quatro e mezo e boche cinque taxati al suo loco de Arzene, quale pare sia troppo excessivamente aggravato contra il solito quando assay più gente alora gli habitava. Et non intendendo nuy che ultra la equalità et debita portione soa gli homini del dicto loco siano gravati, volemo che lo dicto carricho debbi reducere a cosa suportabile e conveniente ala qualità deli homini del dicto loco, secundo ala discretione toa et debito parerà convenire, et in modo che non habiano più casone de lamentarse, facendo notare la dicta reductione sopra lo quaderneto dele taxe, siché in lo advenire più ultra non siano gravati. Et perché pare siano alcuni retrogradi ad contribuire alo dicto caricho, quali hanno culturato e goduto del terreno, osia possessione iacente nel territorio del dicto loco de Arzene, non intendendo nuy che alcuno sia preservato dal dicto caricho né che li membri del dicto loco siano mutillati, volimo che astrenzi ciascaduno che lavora et possedi deli beni del dicto territorio ad contribuire al predicto caricho con li prefati homini de Arzene in quello modo et forma che se fa in l'altri nostri lochi del Pavese, remota ogni exceptione, governandote, per adeportarte in questo che nyuno se possa iuste lamentare. Mediolani, xii aprilis 1453.
Persanctes.
Cichus.