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1887. Francesco Sforza a Cristoforo da Cremona 1453 maggio 6 Milano.

Francesco Sforza esprime a Cristoforo da Cremona il disappunto per il rifiuto di rilasciare gli uomini di Crema, pretendendo, in contrasto con la volontà ducale, un riscatto di due ducati pro capite e rifiutando di restituire le loro cose. Gli impone di liberare senza alcuna pretesa i prigionieri, minacciando di provvedervi a spese di Cristoforo.

[ 401r] Christoforo de Cremona Mò non possiamo fare che gravemente non se lamentiamo di te perché havendoti commesso et scripto che dovesti libere relaxare quelli presoni da Crema, pare che anche non li relaxi, secundo ch'el providitore da Crema ne ha scripto, imo li reteni cum volergli rescodere duy ducati per uno per le spese, et cossì ne scrivi che non gli fay rendere le soe robbe, quale gli funo tolte, che quanto honore faci ad nuy et ad ti in questo, siamo certi lo cognosci, perché say bene che, non essendo presoni, nedum sonno obligati ad pagare le spese, ma più tosto saresti obligato ad satisfargli ad ogni damno et interesse che hanno patito per la presonia. Et perché hormaii ne rencresce replicare tante volte et essere cossì male obediti da ti, dicimo per questa, et cossì te commandiamo che lassi dicti presoni liberamente et non li astringi ad veruno pagamento de spese, et cossì gli faray rendere tute le robbe et cose a loro tolte, et non dà materia che più ti habbiamo ad replicare, altramente te certificamo che nuy li provederimo ale toe spese, perché hormaii non vogliamo recevere più lamente. Mediolani, vi maii 1453.
Bonifacius.
Cichus.