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191. Francesco Sforza a Giovanna di Sanseverino e al podestà di Soncino 1452 febbraio 16 Milano.

Francesco Sforza risponde a Giovanna di Sanseverino e al podestà di Soncino sul colloquio avuto da Tedoldo con il conestabile dei Veneziani, Calabrese. Ordina di non far fare guardia ai locali e comunica che scriverà a Francesco, Almerico e Bernabò Sanseverino, marito e cognato di Giovanna perché provvedano alla cosa.

Domine lohanne de Sancto Severino nec non potestati Pandini.
Havimo recevute le vostre lettere et inteso quello ne haviti scripto del parlamento ha facto quello vostro, nominato Tedoldo, cum quello conestabile della signoria de Venexia, chiamato Calabrese, et la domanda che esso conestabile gli ha facto cum molte promissione, et cetera. Respondendo vi dicimo che haviti facto bene advisarne et ne piace, commendandovi molto, et perché la cosa non è senza grande pericolo, vi dicimo che debiati havere advertentia et non lassare fare guardia a quilli homini de quella terra, maxime de chi podesse accadere veruno suspecto et advertere in tal modo et forma che ad essi Venitiani cum via de tal promesse non possa reusire el pensiero, advisandovi che nuy ne scrivimo alli spectabili Francesco Almericho et Bernabò, vostri marito et cugnati, che presto ce debiano provedere; ma fra questo mezo, attenditi a bona guardia cum bona advertentia per modo che non possa occorere veruno manchamento. Data Mediolani, die xvi februarii 1452.
Iohannes.