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1925. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1453 maggio 13 Milano.

Francesco Sforza assicura il luogotenente di Lodi di sapere dell'imprigionamento dei due Cremaschi che portavano formaggio e mascarpa a Crema, dati da Giovanni Pisacane, come dallo stesso Giovanni confessato. Si dice disposto che lo si perdoni, non omettendo di redarguirlo per non aver chiesta la necessaria licenza, processandolo solo se le cose stessero diversamente. Vuole che da tutti siano pagate anche in questo mese le tasse dei cavalli, nonostante le lagnanze.

[ 407v] Locumtenenti nostro Laude.
Havemo recevute le vostre littere, per tenore dele quale restiamo avisati de quelli doi Cremaschi, quali conducevano formagio et mascarpa a Crema e sonno remasti pregione, et che tal cose gli haveva date Iohanne Pisachane, e dela confessione ha facta dicto Iohanne esser vero havergelo dato, e de quanto è seguito. E del tucto ve comendiamo e piacene quanto haveti facto e ordinato e, quando se trova essere vero quanto luy ha confessato, cioè ch'el ge l'habia dato per quella via. Siamo contenti, attento quanto ne scriveti dela sua bona fama e condictione, che gli remettiati el fallo como ve parerà, con questo che lo reprendiati aspramente, dicendogli che non doveva fare tal cosa senza licentia et che, havendolo domandata, gli seria sta(ta) concessa.
Ma quando voi havessevo altra informatione de luy et che la cosa fosse altramente, fatele ragione.
Ala parte dela dificultà è in far pagare le taxe de cavalli et che, inter cetera, troppo se gravano e recusano pagare le tasse per questo mese presente et che vogliamo chiarire se'l se debbe far pagare de questo mese o non, ve dicemo de sì, perché cossì è ordinato e concluso che tuti l'altri nostri li pagano, nemine exceptato. Mediolani, die xiii maii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.