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1945. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1453 maggio 16 Milano.

Francesco Sforza ordina al podestà di Pavia di rimandare da Giacomo Guardabasso, uomo d'arme, il suo ragazzo, figlio di Luigi Angussola, guarito. Vuole che il podestà convochi davanti a sè Boniforte da Villalega e Antonio da Magrera, pagato e da questi, faccia restituire l'elmetto di Marino, uomo d'arme, che Boniforte aveva impegnato per un fiorino.

Potestati nostro Papie.
Ne ha facto referire Iacomo Guardabasso, nostro homo d'arme, che havendo per regazo uno fiolo de Aluyse Angusola et essendose dicto regazo infirmato, a preghere de dicto Aluyse, suo patre, lo lasse andare a casa e concesselo al patre con promissione che, cum primum fosse liberato, gli lo restituerebe senza veruna exceptione. Nunc autem, sentendo noy che l'è liberato, et instando el tempo de reusire in campo, volemo e ve commettemo che ge lo faciati restituire, omni prorsus exceptione remota. Volimo insuper che habiate denante a voy Boniforte de Villalega et Antonio de Magrera, al quale dicto Boniforto alias impignò uno elmeto de Marino, nostro homo d'arme, per uno fiorino de Reno, et restituendo dicto Marino el fiorino de Reno al prefato Antonio, gli faciati restituire el suo elmeto, havendo vuy informatione essere cossì el vero. E questo, nonobstante alcune frivole exceptione, quale ve fossero allegate per dicto Antonio. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.