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1949. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1453 maggio 17 Milano.

Francesco Sforza scrive al luogotenente di Lodi di aver preso atto di quanto comunicato circa il ragazzo fuggito da Crema. Gli ribadisce la disposizione data a Marcoleone da Nogarolo nei riguardi dei prigionieri cremaschi portatori di formaggio a Crema. Vuole che indaghi sulla faccenda della validità del salvacondotto che contrappone i fanti deputati alla guardia del rivellino e alcuni di Pandino che protestano per un abusivso imprigionamento.

[ 413v] Locuntenenti nostro Laude.
Inteso quanto ne scriveti de quello regazo fugito da Crema, ve comendiamo del'aviso, benché da più parte habiamo el simile. Ala parte deli Cremaschi foreno presi ali dì passati per li nostri da Cereto, scrivemo l'apparere nostro a Marcholeone cioè che, quamvisdio in iure fossero pregioni, per non mostrare avaritia, né troppo avidità per non dare eciamdio troppo materia a quelli delà de irritarse con li nostri, volia con bone parole e piacevelmente vedere de cavarne qualche cosa e lassarli andare attento el caso como sonno presi; et così ancora vuy potite confortarlo a questo e siamo certi el farà.
Ceterum sentemo essere differentia tra li nostri fanti, deputati ala guardia del nostro revelino lì, et alcuni da Pandino quali sono remasti pregioni, et allegano non essere pregioni legitimamente per vigore d'uno nostro salvoconducto et li nostri allegano haverli presi fora del salvaconducto, como intedereti dale parte; il perché volimo et ve comettemo che, havuta diligente informatione superinde, faciate ragione ale parte ita che veruna d'esse non habia legitima cagione lamentarse. Mediolani, die xvii maii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.