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1975. Francesco Sforza agli stipendiati di Sacramoro de Palmia (1453 maggio 20 Milano).

Francesco Sforza fa sapere agli stipendiati di Sacramoro de Palmia in Gambolò di aver appreso del furto di bestiame e dei ferimenti fatti ai danni degli uomini di Vigevano. Comanda, al pari di quanto ordinato a Moreto, la restituzione della refurtiva, minacciandoli di privarli dei denari delle tasse.

[ 419r] Strenuis viris stipendiatis strenui Sacramori de Palmia in Gambolato dilectis nostris.
Non possiamo se non grandamente dolersi et lamentarse de vuy del grave excesso havete commesso contral'homini nostri da Viglevano in correre ala terra et robbargli le soe bestie et tandem ferirgli senza altra sapiuta né comandamento nostro, tractandoli in forma che non altramente seriano stati tractati deli nostri inimici, el che tanto più ne he despiaciuto quanto che saveti bene non doveti dargli affano per fin ala fine del mese per lo termine quale nuy gli havemo facto. Et perché non è puncto nostra voluntà che habiate facto questa cosa, né deliberamo comportarvelo, volemo, et cossì ve commandiamo che, recevuta questa, subito gli debiate restituire ali dicti homini le soe bestie et ogni altra cosa soa, siché non li manche uno punctale de stringa, avisandovi ch'el simile habiamo facto comandare a messer Moreto. Et ve certificamo che se da mò ne sentiremo più novella, nuy provederemo che non ve seranno dati li dinari dele taxe. Data ut supra.
Bonifacius.
Iohannes.