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1986. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo e al referendario di Pavia 1453 maggio 21 Milano.

Francesco Sforza risponde a Gracino da Pescarolo e al referendario di Pavia di attenersi per le spese a quanto deciso dai Maestri delle entrate nelle disposizioni date, tranne quando il duca, con lettere da lui sottoscritte, consentisse loro di prendere denari da altre assegnazione. Nel caso, come questo, dell'invio di millecinquecento lance a Pizzighettone, provvedano per altra via.

Gracino de Piscarolo et referendario nostris Papie.
Havemo recevuto le vostre littere con una copia inclusa d'una littera deli Maistri dele nostre intrate a voi scritta. Et rechedendone voi essere chiariti se dovete servare ad unguem el tenore d'esse littere deli Maystri circha el spendere, et cetera, alegando voi che intervenengo ale fiate, como accade, qualche spexe al tucto necessarie et importantissime, e non possendoli fare per vigore de dicte lettere non voresti essere imputati, ve dicemo e chiarimo che debiati servare [ 421r] omnino dicte littere deli Maistri, per non rompere le assignatione, salvo quando noi ve scrivemo con la subscriptione de nostra mano propria, che tolisevo deli dinari de alcuna dele assignatione, vorimo che ne togliate, altramente non. Quanto ala parte dele spese picole che accadeno, como č adesso, per mandare quelle millecinquecento lanze a Pizghitone, dicemo che ben gli poteti provedere voi per altra via che per rompere assignatione. E poi de simile spexe te ne faremo assignatione ne l'anno avenire. E cossė doveti fare. Data Mediolani, die xxi maii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.