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1992. Francesco Sforza a Giacomo de Advocatis 1453 maggio 21 Milano.

Francesco Sforza fa presente a Giacomo de Advocati, ducale governatore sabaudo, al comune e gli uomini di Valenza le lamentele dei suoi sudditi che frequentano detta località e luoghi circonvicini perché danneggiati e ostacolati dalla gente del marchese e di Guglielmo del Monferrato. Convinto che ciò sia fatto contro la volontà del duca sabaudo, suo cugino, certo che intende che i sudditi sforzeschi abbiano da lui lo stesso trattamento che i suoi hanno in territorio sforzesco, sollecita il governatore a procurare che i sudditi sforzeschi non siano molestati.

[ 422r] Nobili Iacobo de Advocatis, ducali Sabaudiensi gubernatori, necnon prudentibus viris communi et hominibus Valentie amicis nostris carissimis.
Havemo havuto lamenta che alchuni nostri homini et subditi, quali spesse volte hanno ad pratichare ad Valenza et per li altri lochi lì circunvicini, quale se tengono per lo illustre signor duca de Savoya, nostro cosino, che sonno molte volte impediti, prese et damnezati da quelli del marchese et signor Guiglielmo de Monferrato in suxo quello de Valenza et altri lochi del prefato signor duca, credendose loro essere securi per la concordia, pace et vera amititia quale nuy e il prefato signor ducha habiamo insieme.
Et perché siamo certissimi che queste cose se fanno contra voluntate et saputa dela soa signoria, et che (a) intentione soa è che li nostri subditi siano non mancho securi et ben tractati nel territorio suo como li soi proprii medesmi, et quemadmodum sonno tractati et che nuy volimo li soi siano securi et ben tractati nel territorio nostro, e n'è parso deverve avisare de queste cose et pregarvi vognati provedere che li nostri homini et subditi non siano offesi né damnezati da quelli de Monferrato nel territprio del prefato ducha, imo siano liberi et securi, como li soi sonno liberi et securi nel dominio nostro, avisandove che nostra intentione è de non removerse da questa nostra opinione, quandocunque sia provisto che li nostri siano salvi et securi nel territorio del prefato segnore ducha, como havemo dicto. Et aciochè li offitiali del prefato signore lì circunvicini intendano simelmente queste cose, vogliati participare con essi. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.

(a) Segue mente depennato.