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2011. Francesco Sforza al comune e agli uomini (1453 maggio 25 Lodi).

Francesco Sforza esprime al comune e agli uomini di il rammarico per il comportamento degli uomini di Moreto Sacramoro e di Giovanni Angiussola, ricusando di ridare bestie e cose rubate agli uomini di Vigevano. Gli ordina di ritornare in Lomellina e dove si trovano detti soldati per costringerli alla restituzione, ricorrendo, se necessario, all'ausilio degli gli uomini del paese.

Guglielmo de Baveria.
Inteso quanto per la toa ne scrivi dela inobedienza et renitentia hanno usato quelli soldati de messer Moreto Sacramoro et del conte Giovane Angossola in non volere rendere le bestie e cose hanno tolto a quelli nostri homini de Viglevano, et dele resposte triste che te hanno facto, dicemo, respondendoti, che molto ne rencresce et non è puncto nostra intentione de comportare simile cosa. Per la qual cosa te comandiamo che de novo retorni in Lomeline et per tucto dove dicti soldati sonno, et li astrenzeray realmente et personalmente ad restituire ogni cosa integramente, siché non li mancha niente; et in caso che per loro renitentia non podesti, benché se rendemo certi serano obedienti per li comandamenti habiamo facto ad essi domino Moreto et conte Giovane, volimo che domandi in adiuto tuo, tuti li homini del paese, siché lì possi pigliare e strenzerli ala dicta restitutione. Et aciochè habii la obedientia da essi homini del paese, te mandiamo qui (a) alligata la commissione per la quale gli poderai comandare. Data ut supra.
Bonifacius.

(a) Segue inclusa depennato.