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2021. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni 1453 maggio 25 Lodi.

Francesco Sforza informa Bartolomeo Colleoni che Giacomo Pio da Carpi ha mandato dallo Sforza un messo per assumerlo al suo soldo o a quello di Colleoni. Il duca, non potendo prenderlo, gradirebbe che Colleoni lo accettasse perché persona perbene, utile e con un seguito di valide persone; attende perciò una sua decisione. Si curi delle cose ducali in quelle parti ov'è, sapendo che l'ordine dato ai condottieri nell'Alessandrino è di obbedire a lui come fosse il duca in persona. Provveda, nel caso Guglielmo di Monferrato faccia una sortita per danneggiare quelle terre, di fronteggiarlo e, se bisognasse di qualcosa, lo avvisi; occorendogli munizioni, le mandi a prendere a Milano o a Pavia.

[ 428v] Bartholomeo de Coglionibus.
Lo spectabile et strenuo homo Iacomo de Pii da Carpo, ha mandato qui da nuy questo suo messo, presente portatore, pregandone ch'el vogliamo tuore ali nostri soldii o ch'el faciamo mettere in la conducta dela magnificentia vostra. Nuy, como la magnificentia vostra sa, non havemo il modo al presente de condurlo; haveressemo, però, ben caro ch'el voy el tolesti in la vostra conducta, considerato el dicto Iacomo è homo da bene e servirà fidelmente et bene perché, secondo la informatione havemo, ha parechi valentomini d'arme con sì, et semo certi se acosterà a cosse honeste circa la sua conducta e prestanza, advisando essa vostra magnificentia ch'al dicto Iacomo expectarà molto bene finché voy havereti el modo de darli dinari. Siché fatili suso bon pensiero perché, vogliandolo, semo certi ve ne ritrovareti ben contento et piazene advisarne como havereti fato. Ulterius, siando la magnificentia vostra in quele parte, ne pare honesto et debito che habiate qualche cura de quele nostre cosse de là, como ne rendimo certissimi fariti volontery; il perché nuy havemo comisso a tuti queli nostri conducteri che restano in Alexandria che ve debiano obedire como la persona nostra propria. Unde confortiamo et pregamo essa vostra magnificentia che, occurendo ch'al signor Gulielmo ussisse fuora per campegiare, o far altri damni a quele nostre terre, ve piaza provedere et remidiare a tuto quelo ve parirà bissognerà, et se cosa alcuna in questo ve fuse necesaria, ne porrete havisare nuy, perché a tuto faremo far provisione, et dele monitione che bisognaseno, porete sempre mandarne a tore a Mediolano o a Pavia. Data Laude, die xxv maii 1453.
Iohannes.