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2024. Francesco Sforza a Baldassarre da Vincenza (1453 maggio 30 "apud terram nostram Senighe").

Francesco Sforza scrive a Baldassarre da Vincenza, conestabile ducale, di avere appreso le difficoltà per avere i denari dovuti a suo padre. Per assecondare tale richiesta, ha ordinato a Pietro da Lonate, commissario di Tortona, e ad Antonio da Fabriano di industriarsi per riscuotere detti denari.

Strenuo Baldessari de Vicentia, connestabili nostro dilecto.
Havemo recevuto doe toe lettere, et inteso quanto ne scrivi che per la renitentia deli homini non ponno fir rescossi li denari, quali sonno assignati in quelle nostri parte a Graciolo, tuo patre, per il che ne preghi vogliamo altramente provedere, siché esso tuo patre se possa adiutare et valere. Dicemo che de questo ne rencresce molto, et credevamo nuy che hormai fosse spazato. Et perché altro modo non habiamo nuy al presente più presto ala assignatione del dicto assignamento, te avisamo como nuy havemo scripto al commissario de Terdona et ad Antonio da Fabriano che fazano ogni executione perché dicti dinari siano rescosi, et che in questo non gli usano veruna negligentia né tardità, siché tu anchora porrai sollicitare perché presto siano rescossi et pagati, avisandoti che cossì è nostra intentione che omnino sia (a) satisfacto ad dicto tuo patre, ad ciò ch'el se ne possa adiutare et valere. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.

(a) In A siano con no depennato.