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2032. Francesco Sforza al castellano di Vigevano (1453 giugno 1 "apud Senigham").

Francesco Sforza fa presente al castellano di Vigevano che i nemici annunciano, quale propaganda, la perdita di Vigevano che, si dice, dovuta alla scarsa vigilanza del castello; il duca ha ordinato quindi di inviare lì venti fanti presi tra quelli di Bolognino, di Gugliemo da Baveria e di Angelo Simonetta, per un mese, per il tempo in cui re Renato cercherà l'accordo con i signori del Monferrato, o si prenderanno decisioni in tal modo che non si avrà di che temere i Monferrini.

[ 431r] Castelano Viglevani.
Dal canto del'inimici se è levato voxe che la terra de Viglevano è perduta, benché nuy non sapiamo non essere vero, et che sonno pur dele arte soe, et questo dicono essere seguito per la via dela rocha, perche tu non attendi con diligentia ala guardia d'essa, et che li toi fanti vanno qua et là a loro posta. Per la qual cosa havemo deliberato, per tollere via questa voxe et ogni captivitate che podesse fir facta, de mandare là con ti insiema vinti fanti, quali gli stagano per uno mese in essa rocha con ti insieme, perché fra dicto tempo serà de qua la maestà del re Renato, per la via del quale, o serà facto l'acordio con quelli de Monferrato, o sarano le cose nostre in tal termine che non havemo a dubitare de loro, et ti ne mandarà el Bolognino sei o octo, et Guilielmo de Baveria altretanti, et cossì Anghelo Simoneta sei schopeteri. Per il che volemo che tu li recevi dentro liberamente. Et aciò crede questo procedere de nostra mente, habiamo sottoscripta la presente de nostra propria mano. Data ut supra.
Franciscus Sfortia manu propria.
Cichus.