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2035. Francesco Sforza a Pietro da Lonate (1453 giugno 2 "apud Senigham").

Francesco Sforza risponde a Pietro da Lonate, commissario di Tortona che, in merito alla detenzione dei contadini per la reazione avuta verso i cittadini a causa degli estimi, è bene che ne informi il Consiglio segreto. Quanto ai guastatori richiesti da Colleoni per Tortona, ha scritto allo stesso condottiero di indirizzarsi alle terre del discretto e del vescovato.

Nobili et circonspecto viro Petro de Lonate, dilecto nostro comissario Terdone.
Havemo recevuto più toe littere per le quale ne scrivi de quelli vilani hai destenuto per casone del'excesso volevano fare contra li citadini per casone deli extimi, et cetera, et cossì deli guastatori richesti ala cità, et inteso el parere e recordo tuo, dicemo, respondendoti, quanto ala parte d'essi vilani che tu debii del tuto avisare particularmente el nostro Consiglio secreto, quale meglio de nuy intenderà questa cosa perché nuy siamo occupati ale cose de qua, et gli provederà in modo et forma che starà bene, siché intenderayte con sì. Ala parte deli guastatori rechiesti ala cità, dicemo siamo nuy contenti che per casone d'essi non fazi troppo graveza ala cità predicta, considerato le grande spese et affanno sapiamo nuy ha supportato nel passato et anche supporta de presente; et cossì per l'aligata ne scrivemo al magnifico Bartholomeo Coglione che non rechieda più dicti guastatori ad essa cità, ma acioché possi supplire al bisogno et voluntate soa, siamo ben contenti che comandi delli dicti guastatori de fora nel vescoato et distrecto, secundo che dala soa magnificentia sarai rechiesto. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.