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2065. Francesco Sforza a Belforte da Fermo (1453 giugno 7 "apud Senigam").

Francesco Sforza rassicura Belforte da Fermo, conte di Monteverde, d'aver ordinato a Francesco di dargli cento ducati invece di bislacchi, un'armatura con un pennacchio e il panno che doveva avere a Cremona, consolandolo per le sue esecrazioni sulla vita di città.

Strenuo dilecto nostro Belforto de Firmo, comiti (a) Montisviridi Respondendo brevemente ala toa littera per la quale ne scrivi che non fi stato expedito se presto como credevi, et ultra quello che havemo scripto a Francesco ch'el te daga, che vogliamo ordinare che li cento bislachi siano cento, 125 ducati d'oro, una armatura et uno penachio. Te dicemo che per l'aligata scrivemo al dicto Francesco ch'el te daga ducati cento d'oro in loco deli 100 bislachi, item una armatura fornita con lo pennachio facto a tuo modo, etiamdio ch'el panno che dovevi havere a Cremona non havendolo però havuto, tel faza dare lì in Milano, siché solicitamoti farte expedire presto.
Quantumque tu dichi stare invito per le citade, stando nuy in campo, semo però certi che tu li staghi voluntiera per essere restato solo a solicitare et visitare tucte le puctane che sonno remaste drieto a questi nostri sonno qui in campo. Data ut supra.
Filippus.
Iohannes.

(a) Segue Belforti depennato.