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2099. Francesco Sforza a Pietro da Lonate (1453 giugno 13 "apud Senigham").

Francesco Sforza dice a Pietro da Lonate, commissario di Tortona, che ha gradita la risposta del Consiglio segreto circa il da farsi con gli uomini che ha tra le mani. Vuole che per il resto si intenda con detto Consiglio, scrivendone anche a Bianca Maria, potendo esso provvedere meglio di lui che è lontano. Dispiaciuto del rammarico del Colleoni per i guastatori, chiede al commissario tortonese di dargli il maggior aiuto possibile. Quanto alle rappresaglie che fanno gli uomini d'arme del Colleoni, procuri che vengano pagate le tasse loro dovute.

[ 444v] Petro de Lonate, commissario Terdone.
Havemo recevuto doe toe littere de dì vii et viii del presente per le quali restiamo avisati dela resposta ti hanno facto quelli del nostro Consiglio secreto in el facto de quelli homini hai in le mane toe, la quale a nuy piace et, ali tempi presente, pare a nuy che non sia da cazare altramente et cosa, imo lassarla quieta, como anchora è el parere loro. Dele cose che accaderano in futuro lì, te dicemo che simelmente tu debii intendere con esso nostro Consiglio, scrivendone ala illustrissima madona, nostra consorte, et ad esso Consiglio, quali gli provederano in tuto secundo che gli parerà bisognare, avisandote che lo carico de queste cose lo lassiamo a loro, quale sonno più apresso et potrano meglio provedere aIe occurrentie dele cose, che non poderemo nuy che siamo luntani. Ala parte ch'el magnifico Bartholomeo Colione se agrava per li guastatori, et cetera, dicimo che nuy siamo pocho contenti et volimo che gli daghi ogni adiuto et favore che te sia possibile, perché possa subito exequire quanto ha incomentiato de fare. Ala parte dele represaglie che fanno quelli soi homini d'arme, dicemo che scrivemo in modo che cesserano de simili mancamenti, ma ben te recordiamo che fazi ogni instantia perché siano pagati dele loro taxe, et alhora haveranno ad remanere più costumate et più contenti. Data ut supra.
Bonifacius.
Iohannes.