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2102. Francesco Sforza a Giacometto da Vaylate, ad Antonello da Parma e a Francesco da Treviglio (1453 giugno 13 "apud Senigham").

Francesco Sforza ordina agli squadrieri ducali Giacometto da Vaylate, ad Antonello da Parma e a Francesco da Treviglio di recarsi da lui con tutti i loro carriaggi e ogni altra loro cosa pigliando la via più dritta da Pizzighettone a Cremona. Non potendo andare là dove lui si trova, alloggino nella pieve di San Giacomo o sue vicinanze, stando però ben vigili per non ricevere danni dai nemici. Pure quando partiranno da Pizzighettone devono mandare avanti delle loro sentinelle verso Romanengo, Trivoli e altrove, sempre per la loro sicurezza.

Strenuis viris Iacometo de Vaylate, Antunello de Parma et Francisco de Trivilio, squadreriis nostris dilectis.
Nonobstante quanto ve habiamo scripto hoghi per un'altra nostra littera, per questa ve dicemo, ordinamo et comandiamo che sabbato da matina proximo ad venire, che serà a dy xvi del presente, debbiati ordinatamente con tucti li vostri cariagii et ogni altra cosa del vostro, per la via dericta de Pizghitone ad Cremona, et se pottereti, venire qua da nuy, l'haveremo carissimo. In caso che non podessivo voi venire dove noi seremo, poteti alogiare ala pieve de San Iacomo et lì circonstanti, stagando però con boni ascolti per modo che non podessivo recevere danno né mancamento alcuno. Et cossì quando ve partereti da Pizghitone, vogliati mandare le vostre scolte et vedeti de mano in mano verso Romanengho,Trivoli e li altri lochi, dove ve parerà expediente, siché dal'inimici non potessevo recevere mancamento veruno nel vostro venire da Pizghittone ad Cremona. Et se lì con voi fossero li altri homini d'arme et soldati che delle vostre (a) squadre, fate che ogni persona vegna via con voi con loro cariagii qui in campo da noi et provedeti como ve pare, siché ve rendiati salvi et securi per dicto camino. Et vogliatene per ogni modo partirve sabbato di domatina et venire via secundo de sopra ve scrivemo, et veniti ordinati in modo che non possiati recevere danno né vergogna alcuna. Data ut supra.
Zaninus.
Cichus.

(a) Segue soldati depennato.