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2122. Francesco Sforza al podestà e al commissario di Tortona (1453 giugno 17 "apud Senigham").

Francesco Sforza vuole che il podestà e il commissario di Tortona convochino Giacomino del Castellaro amministratore dei beni del terzero di Varzi, donati al fratello del duca Bosso, e lo costringano a rendere ragione della sua gestione. Se lo trovassero debitore, soddisfi quanto dovuto, altrimenti venga liberato da detta amministrazione.

Potestati et commissario Terdone.
Bosso, nostro fratello, ne dice che Iacomino dal Castellaro, qual ha recto et governato quelli beni e rasone del terzero de Varci, quali li havemo concessi et donati, recusa renderli rasone de quanto ha administrato, a suo nome, dala dicta concessione in qua.
Pertanto volemo che servati modo de havere da vuy el dicto Iacomino et che lo debiati strenzere a rendere rasone de dicta administratione al dicto nostro fratello, secundo che la rasone e honestà e richiede et a satisfarlo de quanto se trovasse debitore vero, perché intendemo ch'el va fuzendo et stralatandose de qua in là. Et in quanto non se trovasse debitore de cosa alcuna, ch'el sia liberato dala dicta administracione, siché la rasone habia logo tanto per l'una parte quanto per l'altra. Data ut supra.
Cichus.