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2129. Francesco Sforza a Morello da Parma 1453 giugno 20 "apud Senigham".

Francesco Sforza loda Morello da Parma, commissario nel Lodigiano, per la diligenza che mostra nelle cose ducali. Gli pare che si muova pure con buoni intenti quando cerca di accordarsi con quelli di Lodi e con l'esercito. Vuole che del tutto ne informi il fratello Corrado e il luogotenente di Lodi.

Spectabili et strenuo militi domino Morello de Parma, dilecto nostro commissario in Laudensi.
Havemo recevuto le vostre littere, date xii del presente, et intesa la substantia d'esse, ve comendiamo singulari(ssi)mamente dela diligentia qual usate in le cose nostre, et circha el facto dele spianate non ne potressemo havere facto cosa più grata né accepta, comprehendendo nuy ch'el potere andare con la lanza sula cosa per la rippa d'Adda, serà la salute de quelle parte. Quanto ala parte del'ordine haveti pigliato circhal'intenderve con quelli da Lodi e con l'armata, quando l'inimici voleseno far ponte o pasare, a nuy pare che ve movate con bona sustantia e grande consentimento e sutreza, e molto ne piace l'ordine vostro. Ma perché, stando noi in qua implicati in molte facende, mal intendemo ciò che venga a dire el mettere le ancole in la popa, a noi pare che del tuto debiate avisare Conrado, nostro fratello, et anche el nostro locotenente de Lodi et intenderve con essi et attendere ale cose de là con quella fede et diligentia siamo certissimi fareti. Data in castris nostris apud Senigham, die xx iunii MCCCCLIII.
Ser Iacobus.
Cichus.