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2155. Francesco Sforza al luogotenente e al capitano del "deveto" di Tortona (1453 giugno 25 "apud Senigham").

Francesco Sforza vuole che il luogotenente e il capitano del "deveto" di Tortona ingiungano agli abbati e agli altri, ancora morosi nel pagare a Bartolomeo da Bologna e a Bartolomeo da Messina quanto sono tenuti a dare, di andare da loro. Se entro tre o quattro giorni non saranno soddisfatti, vivranno a spese dei debitori fino alla completa soddisfazione del dovuto.

[ 457v] Locumtene(n)ti et capitaneo devetus Terdone.
Restano debitori ancora certi abbati et altri de certa quantitate de dinari, como doveti essere informati, li quali nuy havemo assignati ad Bartholomeo da Bologna et Bartholomeo da Missina, al pagamento deli quali se fanno pur molto negligenti. Per la qual cosa volemo, recevuta questa, subito provediati cummandare che li predicti debitori vengano da vuy, siché li predicti nostri conestabili vengano ad conseguire subito il debito et satisfactione loro, acioché mediante quella se possano valere in questi soi bisogni. Et questo non manche, recordandogli che se in termine de tri o quatro dì non pagaranno dicti dinari, essi conestabili, finché starano ad satisfare, starano ad sue spexe, perché ponno ben pensare che li havemo usata humanità, che, dovendo pagare dicti dinari fino ad Natale, l'havemo deferito fin adesso. Data ut supra.
Iohannes Antonius.
Iohannes.