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2162. Francesco Sforza a Corrado da Fogliano (1453 giugno 26 "apud Senigham").

Francesco Sforza allerta il fratello Corrado da Fogliano per essere stato informato che dal campo nemico si sono mossi Matteo da Capua, Nardoantonio e Giovanni Grande dalla Massa con i loro uomini, diretti in Geradadda per fare, suppone, delle scorrerie nel Milanese. Comunichi l'allarme a Rossia, Melzo, Cassano e dovunque gli parrà, in modo di d'essere in grado di dare una strigliata ai sopravvenuti. Tenga spie in Geradadda che l'avvertano di ogni movimento nemico. Curi in particolare che nulla succeda a Cerreto per quella importanza che la località ha.

[ 459v] Magnifico fratri nostro carissimo Conrado de Foliano.
In questa hora siamo avisati dal campo de inimici che questa sera del campo de inimici sonno cavalchati Matheo de Capoa, Nardoantonio et Iohanni Grande dalla Massa con li loro, et che vengono in Giaradadda. Nuy non possemo pensare la casone, salvo che non vengano per fare qualche correria in lo Milanese, et perché gli vada fallito el suo pensiero, vogli, havuta questa, star dal canto tuo molto bene attento et sollicito, et immediate avisarai ad Rossia, Melzo et Cassano et per tucto dove ti parerà necessario che ogniuno stia in sé, in modo che non se receva danno nì vergogna, ma che più tosto, venendo loro, ti, con quelli altri nostri che sonno dellà, vedati dargli una mane de streglia, et vogli in Giaradadda, dove te pare, tenere delle spie per tucto, siché, de ogni movimento et progresso d'inimici, tu ne sei subito avisato, et sopra ogni cosa fa' che tu habii bona cura et solicitudine al facto de Cereto, perché tu vedi quello che importa.
Data ut supra.
Persanctes.
Iohannes.