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2166. Francesco Sforza a Bartolomeo da Gubbio (1453 giugno 27 "apud Senigham").

Francesco Sforza, sollecitato dalle lamentele degli uomini d'arme della squadra di Alberto Visconti, nel tentativo di conseguire i denari delle loro tasse che si aspettano da quelli di Luchina, spinge Bartolomeo da Gubbio a far sì che trovati tali denari, vengano consegnati a Giacomo di Anofrio, famiglio di Alberto, appositamente mandato da tutta la squadra. Si faccia ogni cosa d'intesa con Luchina e con Filippo purché detta ventura abbia effetto.

Ser Bartholomeo de Eugobio.
Havemo ogni dì ale spalle con gravissime querelle li homini d'arme dela squadra d'Alberto Vesconte per li dinari dele lor taxe debeno havere in le terre dela magnifica madona Luchina, la qualcosa certamente a noi molto rencresce et dole, et desiderando nuy più che veruna altra cosa che ozimay consequiscano el debito suo, cossì perché l'honestà el vole, così etiamdio perché mediante quelli dinari li homini d'arme ne posseno servire qua in campo, volemo, [ 460v] e te comettiamo che con ogni industria, inzegno, sollicitudine et vigilantia tu rescodi li dicti dinari et gli assigni a Iacomo de Anofrio, famiglio del dicto Alberto, presente portatore, mandato per tuta la squadra. Et circha ciò intendete con la magnifica madona Luchina e cum messer Filippo e con te pare, perché la cosa habia bono et expeditissimo effecto. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.