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2167. Francesco Sforza a Taddeo dal Verme 1453 giugno 28 "apud Senigham".

Francesco Sforza comanda a Taddeo dal Verme, condottiero ducale, di andare con la compagnia a Parma per la conservazione della città e del territorio, siccome anche quelli di Correggio danno fastidi al punto da impedire ogni raccolto e di uscire dalla porta. Quando sarà arrivato, s'intenda sul da farsi con suo fratello Boso e con Oldrado da Lampugnano. Giunto a Borgo San Donnino, mandi avanti alcuni dei suoi per far sistemare gli alloggiamenti: se dovessero essere tra il Borgo e Parma, abbia l'avvertenza di non venir danneggiato dai nemici e, per contro, di non consentire che i suoi uomini commettano furti né facciano danni alla gente.

Spectabili strenuo Tadeo de Verme, armorum ductori dilecto nostro.
Dilecte noster, per la consirvatione dela cità nostra de Parma et de quella parte, perché pur quelli da Correza li danno grande impazo per modo non possono recogliere né eusire pur la porta, havemo deliberato che tu con la toa compagnia vada ad star là (a).
Et cossì volemo et te comettemo et expressamente comandiamo che, subito recevuta questa nostra littera, senza dimora (b) et exceptione alcuna debbi montare a cavallo cum tucti li tuoy et cum ogni cosa del tuo, et passando per lo più curto camino te parirà, et cavalcando ogni dì, te ne andaray a Parma, et quando seray lì te intenderay cum Boso, nostro fratello, et domino Oldrado da Lampugnano a far quello serà necessario per lo bene del stato nostro. Ma quando seray al Borgo San Donino mandaray inanze deli tuoy a Parma per farti ordenare il tuo logiamento. Ancora, haveray advertentia che, dovendo tu far logiamento alcuno fra il Borgo et Parma, di far per forma non recevesse danno dali nemici, recordandoti che vogli, in questo tuo camino, servare tali et sì facti modi che per la toa compagnia non si comettano robbarie nì danno alcuno contra li nostri subditi. Data in campo apud Senigham, die xxviii iunii 1453.

(a) Segue Parma depennato.
(b) Segue alcuna depennato.